Sono stato cresciuto in una famiglia che mi ha insegnato i valori più importanti, voluti dal Corano, secondo il quale è sempre stato l’uomo a decidere per il bene della donna, la quale è considerata troppo debole per prendere decisioni o assumersi delle responsabilità, oltre alla cura della casa, dei figli e dello stesso marito.
Le nostre parole sono sempre state soffocate da quelle più potenti di uomini, il cui unico obiettivo è quello di sottometterci, facendo di loro i nostri padroni.
UOMO: Non permetterò mai a mia figlia, se mai ne avrò una, di frequentare la scuola, perché a parere mio l’istruzione non è “roba da femmine”. A cosa serve se il loro unico compito è quello di procreare? È ovvio che non potrà nemmeno scegliere con chi sposarsi, quella è una decisione che spetta a me.
Benché tra le quattro mura di casa mia io sia più o meno libera di esprimermi, basta solamente valicare l’uscio per trovarmi catapultata in un inferno fatto di negazioni e terrore, una realtà nella quale, noi, donne senza volto, dobbiamo quasi essere invisibili, coperte dalla testa ai piedi, senza poter alzare lo sguardo o produrre suoni di nessun genere, soprattutto se non accompagnate dal nostro mahram.
UOMO: In questi giorni ho dovuto colpire ripetutamente mia moglie sul viso perché ha osato chiedere di indossare il velo di un colore per i miei gusti, fin troppo appariscente, cosa le è saltato in mente? Avrà avuto forse l’intenzione di sminuirmi agli occhi degli altri? Come se non sapesse che i colori troppo accesi sono sinonimo di provocazione e leggerezza.
Ora, nemmeno dentro casa mia, sento di essere al sicuro, costantemente terrorizzata dal pensiero che quegli uomini crudeli e senza cuore possano ritornare. La mia gioia e la mia speranza sono andate via con mio padre, non riesco più a vedere la luce in fondo a questo tunnel, sono piena di incertezze e di paure per quanto riguarda il mio futuro. Intorno a me vedo solamente uomini assetati di potere, con la perenne voglia di dominare noi povere donne, private di ogni tipo di libertà o diritto.
UOMO: Sogno un mondo in cui tutte le donne saranno felici di sottomettersi al volere di noi uomini, seguendo le nostre regole che, non a caso risalgono ai tempi dei nostri avi e che non hanno motivo di essere modificate.
Nel frattempo vado fiero di quello che stiamo costruendo, perché il patriarcato è l’unica via che ci può portare alla salvezza eterna, come il nostro Profeta ci ha insegnato.
DONNA: Ricordate del sogno che avevo da piccola? A soli 18 anni l’ho visto frantumarsi davanti ai miei occhi, il diritto alla felicità non ho mai potuto assaporarlo veramente, per non parlare della libertà di scelta, o ancor di più dei diritti più elementari, come completare gli studi e poter esercitare una professione che avrei amato alla follia. Vorrei sapere per quanto tempo ancora dobbiamo andare avanti così, chinando il capo per paura di essere violentate e morire nel silenzio più assordante. Adesso tutto si è trasformato in un incubo, sapete dirmi se finalmente un giorno potrò tornare a sognare?
Giorgia Fallea
Commenti
Posta un commento