Sonita


 Mi presento, sono Sonita Alizada e sono una donna afghana a cui piace cantare. Fin da bambina, sono sempre stata appassionata di canto, ed avevo iniziato a frequentare una scuola di canto nel pomeriggio, mi ero pure fatta delle amiche. All’età di 10 anni, mia madre mi disse che avremo dovuto trasferirci in un altro paese molto lontano; io non capivo, non capivo perché dovevamo andare via da quella che era la nostra casa, abbandonando la mia amata scuola e tutti i miei amici. Come potevo capire cosa stava succedendo, come potevo capire che la mia vita stava cambiando per sempre, all’età di 10 anni? Ricordo che in quel momento mi sentii stupida, perché la mamma non voleva spiegarmi il motivo di questo viaggio. Avevo pensato di chiedere delle spiegazioni a papà, ma chi aveva il coraggio di parlare con il capo famiglia…. 
Decisi di non dire niente, solo di accettare la cosa. Arrivati in Iran, la mamma mi disse di stare molto attenta a non parlare con nessuno della mia scuola di canto, ne che cantavo a casa. Continuavo a non capire, perché non potevo più cantare? Decisi nuovamente di non dire nulla. Gli anni passano, accettai la mia vita così com’era, cantando solamente quando ero sola a casa e a voce molto bassa, anche se scrivevo continuamente canzoni. Quando avevo 14 anni, mia madre decise di tornare a casa, ma disse che per me fosse stato meglio rimanere lì. A quel punto chiesi delle spiegazioni. Perché eravamo andati via? Perché adesso mia madre poteva tornare ed io no? Perché in Iran non potevo più cantare? E perché se fossi tornata in Afghanistan non potevo più andare alla scuola di canto? Finalmente mia madre mi diede delle risposte. Mi spiegò cosa stava succedendo in Afghanistan, mi spiegò che in Iran era vietato cantare, e mi spiegò che i miei genitori avevano già programmato il mio matrimonio, ma per vari motivi, l’accordo era saltato. Mi sentii sollevata. Avevo avuto la fortuna di non sposare un uomo che non avevo scelto. Qualche anno dopo, ricevo una chiamata dai miei genitori, i quali mi ordinarono di tornare a casa per conoscere il mio futuro marito. Crollai. Scoppiai in un pianto furioso. Subito dopo però mi venne un idea geniale: scappare. Presi tutti i miei risparmi, e grazie all’aiuto di persone care li in Iran, andai negli Stati Uniti. Finalmente potevo cantare, camminare per strada senza un velo, innamorarmi e sposarmi con un uomo che avrei scelto io. Finalmente ero felice. Pubblicai la mia prima canzone. Molte persone avevamo apprezzato la mia musica. Ero al settimo cielo. Ma una notizia mi riempi ancora di più il cuore di gioia: un test di gravidanza positivo! Soltanto le madri posso capire quello che ho provato in quel momento. Ciò che mi rese ancora più felice è stata la consapevolezza di non far vivere a mia figlia ciò che avevo vissuto io. Mia figlia avrebbe avuto un padre dolce, amorevole e comprensivo; avrebbe potuto fare ciò che più le piaceva senza limiti e restrizioni; avrebbe avuto un ragazzo che lei avrebbe scelto, o una ragazza, perché no! A tutte le ragazze e donne che sono ancora in Afghanistan dico: lottate ragazze, nel vostro piccolo lottate! Non accettate mai qualcosa di imposto, ma ricercate la libertà con ogni mezzo a vostra disposizione! Io sono con voi.


Mi presento, sono il futuro marito di Sonita Alizada ed oggi sono molto arrabbiato perché il nostro capo ha dichiarato che, nel nostro governo, ci saranno delle donne e che, esse, potranno studiare e lavorare liberamente senza essere ostacolate da nessuno e indossando solamente l'hijab come indumento obbligatorio. Il nostro capo ha dichiarato qualcosa di assurdo che spero non rispetterà e sia stato solo un modo per evitare degli scontri con le donne. Impossibile che noi uomini dobbiamo farci governare da delle donne, è inaccettabile questo pensiero. Molte hanno avuto, addirittura ,il coraggio di scendere in piazza a Kabul per manifestare per avere maggiori diritti; però, di positivo, hanno annunciato che vieteranno alle donne lo sport in pubblico, che potranno studiare, a parte che studino in aule separate dagli uomini, o divise da un sipario. Tuttavia, incredibilmente, l'11 settembre 2021, 300 donne velate integralmente hanno marciato a nostro sostegno per le strade di Kabul, innalzando la nostra bandiera. Esse sostengono che le donne devono studiare divise dagli uomini e che devono pensare prima alla maternità piuttosto che ricoprire cariche pubbliche significative. Contente di indossare il niqab, hanno affermato che le donne che escono senza hijab feriscono la morale afgana, accusando gli americani di sfruttare la bellezza femminile per puri motivi occidentali. Almeno 300 donne ,all'incirca, sono consapevoli del fatto che non possono far parte della nostra società perché inferiori a noi. Nonostante ciò sono molto furioso e nervoso perché la mia futura moglie che avevo comprato, quando aveva sedici anni, non si è presentata al matrimonio ed è scappata dal mio amato Afghanistan. Inoltre sono venuto a sapere che è diventata una cantante rap che scrive e canta contro me e il mio popolo. Secondo lei le donne devono scegliere il marito in modo autonomo e non dovrebbe essere scelto dalla propria famiglia. Impensabile. Secondo me il vero motivo di questi mutamenti nel pensiero delle donne è da ricercarsi nella presenza delle truppe americane che hanno invaso il nostro territorio ed hanno importato una mentalità assurda. Questa è stata la causa che ha spinto le donne a provare a "combattere" per avere maggiori diritti che non devono assolutamente avere.

Giorgia Butera e Alfonso Vullo

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